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Golf, il WCG-FedEx St. Jude Invitational 2020 apre la stagione dei grandi eventi. Rahm, McIlroy e Thomas si giocano il numero 1

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Dieci giorni dopo aver incoronato lo spagnolo Jon Rahm come proprio nuovo numero 1 del mondo, la stagione del golf è pronta ad affrontare il primo vero big event del calendario dopo la ripartenza. Il PGA Tour e lo European Tour sono pronti infatti a gustarsi il WGC-FedEx St. Jude Invitational 2020 che si terrà questo fine settimana al TPC Southwind di Memphis con 70 giocatori affamati e pronti a battagliare in un torneo senza taglio.

Molti sono rimasti un po’ dispiaciuti dall’assenza di Tiger Woods, che ha deciso di focalizzare le proprie energie in vista dell’imminente PGA Championship ma i fan si possono consolare con quasi tutti gli altri grandi nomi del lotto. Rory McIlroy e Justin Thomas avranno la prima chance di ribaltare la situazione e riprendersi il trono del numero 1 dell’ordine di merito mondiale ai danni di Rahm, anche se soprattutto per il nord-irlandese ci sarà da valutare la condizione che dopo la ripresa è stata davvero negativa soprattutto in termini di estrema volatilità.

Tra i favoritissimi parte anche Bryson DeChambeau, reduce dal disastro sia in campo che in termini di atteggiamento al Memorial Tournament e dunque in cerca di riscatto. Ci saranno poi Brooks Koepka, Tommy Fleetwood, Webb Simpson e Dustin Johnson, pronti al grande risultato che li riporterebbe davvero sotto in classifica (in particolare gli ultimi due citati hanno la possibilità di scavalcare McIlroy al secondo posto in caso di successo). Prima partenza dal post coronavirus anche per lo svedese Henrik Stenson. Oltre a Tiger e, purtroppo, Francesco Molinari, tra i big mancheranno invece Adam Scott e Justin Rose. L’italiano e l’australiano hanno confermato il proprio rientro ufficiale per il PGA Championship, dunque l’attesa per rivedere in campo Chicco sta davvero per terminare. 

La storia recente del TPC Southwind lo riconosce come un test provante ma non impossibile, un percorso par 70 di 7238 yards con green in bermuda. Si tratta di uno dei campi più lunghi del TOUR e infatti negli ultimi nove anni qui, un solo vincitore ha finito fuori dalla Top 16 nella statistica dei colpi guadagnati tee to green. Fondamentali saranno anche gli approcci al green, per completare così uno scenario potenzialmente perfetto per i grandi colpitori di palla che riusciranno ad essere precisi. Un ultimo problema qui è l’acqua che circonda le buche. Negli ultimi 15 anni sono state perse oltre 5000 palline, un numero spropositato considerando che il secondo torneo in classifica è il famoso The Players a TPC Sawgrass con 1500. I due punti più critici saranno la buca 12 e la 18.

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michele.brugnara@oasport.it

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Foto: LaPresse

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