Seguici su

Biathlon

Biathlon, un Mondiale senza medaglie per l’Italia ma si può guardare con ottimismo al futuro

Pubblicato

il

I Mondiali 2021 di biathlon a Pokljuka (Slovenia) sono ufficialmente terminati, e per il movimento azzurro è tempo di leccarsi le ferite. Era da Ruhpolding 2012 che la nostra spedizione raccoglieva almeno una medaglia in un evento iridato, dunque a conti fatti il bottino raccolto non può lasciare soddisfatti. Possono essere utilizzate tante motivazioni per commentare, analizzare e spiegare quanto accaduto ma, si sa, lo sport è un mondo crudele dove alla fine contano solamente i risultati sul campo.

Non è stato infatti certamente nemmeno l’ombra di un incubo senza fine, quello che è andato in scena competizione dopo competizione per il team azzurro, che è riuscito a inserirsi nella lotta per la medaglia in numerosi e differenti contesti, pur tuttavia rimanendo alla fine sempre a bocca asciutta. Il malanno che ha colpito nei giorni precedenti l’evento le due punte di diamante Dorothea Wierer e Lukas Hofer ha immediatamente fatto crollare le nostre quotazioni, in quanto sono venute meno alcune carte importanti nel primo weekend che con una grande condizione sugli sci avrebbero potuto avere esito diverso.

Risultati alla mano l’atleta migliore in questo Mondiale è stata…. Lisa Vittozzi. La sappadina ha continuato il suo percorso ricco di alti e bassi di fatto intavolando quattro prestazioni eccellenti (mista, sprint, staffetta, mass) e due molto negative (inseguimento e individuale) paradossalmente proprio in quei format nei quali la pressione era maggiore sulle sue spalle e il risultato era atteso. Nonostante questo, Lisa ha dimostrato di essere sulla strada giusta per ritrovarsi, difficile capire quali possano essere gli obiettivi da qui a fine marzo se non quello di ricostruire sempre più confidenza al tiro, per poi concentrarsi sulla preparazione in vista della prossima stagione, nella quale Vittozzi è chiamata a voltare decisamente pagina.

Dorothea Wierer al contrario può essere ritenuta la grande delusa dell’evento, forse seconda solamente a Marte Roeiseland che tuttavia si è portata a casa quantomeno le medaglie nelle prove a squadre. Non si può sempre vincere, e dopo un paio di stagioni ricche di soddisfazioni questa volta tocca a inghiottire il boccone amaro e rilanciare le energie positive unite alla voglia di rivalsa verso l’Olimpiade 2022.

Mondiale molto positivo anche per Michela Carrara, che ha dimostrato di aver compiuto un importante salto di qualità sia fisico che mentale per diventare a tutti gli effetti al momento la terza azzurra del gruppo. Questo exploit coincide però con il contemporaneo crollo verticale di Federica Sanfilippo, letteralmente irriconoscibile in queste due settimane e lontanissima dai fasti migliori. Dopo il ridimensionamento estivo, l’altoatesina non sembra aver saputo reagire con il giusto piglio (vedi invece Bormolini) e pare sprofondata in una spirale negativa dalla quale non riesce più a uscire. Irene Lardschneider invece ha oggettivamente fatto molta fatica dopo una sprint brillante, rinnovando quelli che sono sempre stati i dubbi sulla sua tenuta fisica, soprattutto.

Situazione leggermente migliore nel settore maschile, dove invece Lukas Hofer si è visto ancora una volta sfumare, gara dopo gara, la possibilità di salire sul podio in questa stagione stregata. E’ davvero complicato riuscire a spiegare come sia possibile che un biathleta così in forma e costantemente tra i migliori come l’azzurro possa ancora essere a secco di podi, eppure sembra sempre mancare quel centesimo per fare l’euro che Hofer non riesce proprio a trovare al momento.

La verità è però che, sebbene ancora nettamente il capitano del gruppo, Lukas non è più solo sull’isola. Il movimento maschile è migliorato considerevolmente negli ultimi mesi, tanto da portare lo staff tecnico a decisioni molto complicate durante questo campionato del mondo. Didier Bionaz e Thomas Bormolini al momento sembrano aver trovato la quadra ed essere diventati elementi molto importanti all’interno del team, anche se il livignasco è stato di fatto escluso per ben due volte nell’ultima settimana dal quartetto in gara e dunque lo stesso pensiero potrebbe non essere condiviso dallo staff. Il giovane valdostano ha alternato ottime prestazioni ad altre più complicate come è normale aspettarsi nel suo percorso di crescita, ma sta conquistandosi sempre più terreno nelle gerarchie, confermandosi per il momento più pronto rispetto al gemello sportivo Tommaso Giacomel. Il trentino ha un potenziale enorme sia sugli sci che come tempi di rilascio, il che lo inserisce automaticamente nella dimensione di quegli atleti spettacolari al massimo da guardare. La sua stagione è stata certamente più travagliata rispetto a quella di Bionaz, tuttavia è necessario per lui riuscire a migliorare le percentuali per riuscire a brillare in Coppa come ha già dimostrato di saper fare.

Dominik Windisch invece ha disputato un Mondiale veramente infelice, mal comportandosi in tutte e quattro le prove alle quali ha partecipato e dunque arretrando anche lui nel folto gruppo che si lotta i pettorali alle spalle di Hofer. In Coppa del Mondo questo problema non esiste, visti i cinque a disposizione, ma sarà interessante vedere come progrediranno i quattro atleti nei prossimi dieci/undici mesi che saranno determinanti per guadagnarsi le Olimpiadi.

Foto: LaPresse

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità